venerdì 29 gennaio 2010

10 febbraio il giorno del ricordo per le vittime delle Foibe

Il 10 febbraio,  per non dimenticare i martiri delle foibe si celebra la Giornata del Ricordo, celebrazione Istituita con la legge n.92 del 30 marzo 2004. Il giorno del ricordo è un momento di riflessione, in cui si vuole ricordare e onorare  le migliaia di persone tra istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti che, furono massacrati ...



10 febbraio il giorno del ricordo per le vittime delle Foibe
Negli anni drammatici a cavallo del 1945 sono stati torturati e uccisi circa 6000-7000 persone tra italiani, sloveni e croati, a Trieste e nell'Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. 

La maggior parte di queste persone vennero gettate (molte ancora vive, per risparmiare i proiettili!) dentro le voragini naturali disseminate sull'altipiano del Carso, le "foibe". La loro colpa era quella di opporsi all’espansionismo comunista slavo del Maresciallo Tito.
Il termine "foiba"  dal latino "fovea",  significa "fossa"; le foibe, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua nell'altopiano del Carso, tra trieste e la penisola istriana; possono raggiungere i 200 metri di profondità.
Nelle foibe accadeva questo: " le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba dai loro carnefici. Questi, ancora non paghi dei maltrattamenti che avevano già inflitto alle persone, prima gli  bloccavano i  polsi e poi i piedi  con il fil di ferro.
Poi li legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro e li gettavano vivi in queste cavità naturali in mezzo ad altri morti.  Nella maggior parte dei casi, però si divertivano a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.
Questa brutta pagina della storia non va relegato in un cassetto e dimenticata perchè le tragedie del passato non si devono ripetere in futuro e per mostrare anche un pò di rispetto per quei  morti di cui, purtroppo non esiste una cifra precisa proprio perchè c'è stata una difficoltà oggettiva nel recuperare i cadaveri da quelle cavità  la cui imboccatura spesso veniva demolita con l'esplosivo.
Non dimentichiamo le loro sofferenze e la sofferenza di chi è rimasto vivo, ma comunque da solo, proprio perchè la politica, le istituzione, la gente li considerava estranei e criminali. Quindi venivano insultati e tacciati di essere reazionari e fascisti, secondo l’equazione manichea che bollava senza distinzione: “esule uguale fascista”, e  furono lasciati soli nel loro dramma.

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